La storia del gioiello è affascinante e ricca di mutamenti che ne rispecchiano l’evoluzione attraverso i millenni; un percorso antico iniziato già 20.000 anni a.C., quando in epoca preistorica i gioielli coincidono con ornamenti di difficile reperibilità, come conchiglie, denti di pesce e di felini e zanne di mammut. Le prime tecniche rudimentali di lavorazione sono usate da alcune comunità che intagliano, sagomano, forano ed incidono tali materiali utilizzando bulini di selce o ossidiana.
Occorrerà attendere fino all’Età del bronzo per osservare tecniche di lavorazione dei metalli più raffinate e complesse in grado di aumentare la componente estetica dei gioielli. Con l’avvento della scrittura e la fine della fase preistorica inizia l’interesse dell’uomo verso l’oro. Saranno gli Egizi 5.000 anni a.C. durante la quarta dinastia ad introdurre le tecniche di fusione del metallo con fornelli alimentati a flusso d’aria. L’oro assume una valenza simbolica, instaurando un legame profondo con le divinità del tempo. Intorno a 2.000 anni a.C. gli Egizi introducono la fusione con il procedimento della “cera persa”; altre lavorazioni cominciano a diffondersi, come la granulazione iniziata 3.000 anni a.C. dai Sumeri e ripresa successivamente dagli Etruschi. Pietre, smalti e ceramiche sono usate insieme all’oro per esaltare la funzione estetica del gioiello.
"L'oro assume una valenza simbolica, instaurando un legame profondo con le divinità del tempo"
Cambiano le mode e le tendenze con i periodi storici; se i greci sono orafi semplici con una predilezione per gioielli spogli dalle linee essenziali, durante l’età ellenistica (327-274 a.C.) i gioielli diventano raffinati e ricercati. La civiltà romana è la prima ad usare l’anello come segno di fidanzamento, accanto all'uso già consolidato di sigillo e talismano.
Si diffondono le pietre preziose in Occidente. Nel suo viaggio da Venezia a Kublai Khan in Oriente, Marco Polo rimane colpito dai diamanti, che saranno molto apprezzati negli anni successivi anche in Occidente. La loro estrema durezza esprime l’invincibilità e la ricchezza dei monarchi, come nel caso del famoso ciondolo di Carlo Magno. Il gioiello adesso ha uno scopo politico poiché rappresenta il potere di chi lo indossa.
"Il gioiello rappresenta il potere di chi lo indossa"
Cambiamento radicale con Cosimo I de’ Medici (1519 - 1574), che a Firenze riserva le botteghe di Ponte Vecchio agli orafi, dando così impulso alla nascita dell’oreficeria come vera e propria attività professionale. E’ il periodo della specializzazione dei mestieri e della nascita delle corporazioni. Il Rinascimento sviluppa l’estetica del gioiello esaltandola in molteplici stili. La gioielleria si fonde con il mondo dell’arte. Famosi pittori e scultori entrano da giovani apprendisti nelle botteghe orafe, come gli esempi celebri di Donatello, Botticelli e Brunelleschi. Molto diffusi in questo periodo orecchini e pendenti, sempre più arricchiti da gemme per valorizzare al massimo la bellezza del volto femminile. Una richiesta, quella delle gemme in continua crescita: topazio, ametista, zaffiro e olivina le più ambite in base agli stili del momento.
"Topazio, ametista , zaffiro e olivina le più ambite in base agli stili del momento"
Grande fermento anche in Francia, dove nel 1767 esistono a Parigi ben 314 gioiellieri che operano per soddisfare l'enorme richiesta di gioielli. Con l’avvento della rivoluzione francese, le gemme preziose lasciano spazio ad oggetti in oro con smalto e perle. Fu nel periodo vittoriano che il gioiello ritorna in auge anche grazie a nuove tecniche artigianali di lavorazione, come la placcatura. Nel 1870 con la scoperta dei giacimenti di diamanti in Africa, torna ad essere protagonista il diamante. Nei gioielli la montatura quasi sparisce per mettere al centro le vere protagonsitre le gemme.
Alla fine del secolo si sviluppa l’art noveau, contraddistinta da uno stile decadente che trova origine nei motivi floreali e animali realizzati con smalti di nuove cromie. Successivamente con l’art deco si sostituiscono invece le forme morbide della natura decadente con figure geometriche legate al cubismo.
Negli anni Trenta il gioiellerie comincia ad avvalersi di figure professionali come incisori, smaltatori, incassatori per trovare il giusto equilibrio tra la montatura del gioiello e i materiali usati. Il susseguirsi di stili che aveva caratterizzato le epoche precedenti lascia spazio al continuo alternarsi di mode che si affermano nella società.
"Gli stili lasciano spazio alle mode in un continuo alternarsi secondo i gusti della società"
Oggi le capitali del gioiello che producono tendenze e nuove mode si concentrano a Parigi, New York, Tokyo, Roma, Milano e Valenza. Accanto alle figure tradizionali legate alla gioielleria, si sono affermate nuove professioni; creatori di gioielli d'autore e designers cercano di interpretare il mondo e i gusti della società per proporre il cambiamento, reinventando talvolta il passato.
Fonte:www.dieffegioielli.it
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